
la mortalità neonatale nel cane
Mentre si considera normale la morte sporadica di qualche neonato, gli allevatori si preoccupano se ne muoiono diversi e solo allora chiedono il consiglio del veterinario, anche se, a quel punto, la situazione può essere irrimediabilmente compromessa per la cucciolata in questione.
Approfondiamo ora le caratteristiche della mortalità neonatale.
Quando?
La percentuale di mortalità neonatale è massima nella prima settimana di vita, con picchi al primo e terzo giorno dopo il parto.
Quali le cause?
Le principale cause di morte nei cuccioli sono legate a infezioni batteriche, quali polmonite, broncopolmonite, setticemia, infezioni ombelicali ascendenti.
I germi più frequentemente implicati, isolati da fegato, rene, polmone, cuore ed encefalo, sono Streptococcus spp, Staphylococcus intermedius, Escherichia coli, Proteus spp., pasteurella multocida e pseudomonas spp..
Quali i sintomi?
I neonati, al momento del loro decesso, non manifestano sintomi specifici, cessano semplicemente di poppare e si lamentano.
In questo caso la terapia medica non può, tranne in casi sporadici, salvare i cuccioli interessati, ma la diagnosi precoce e la prevenzione possono conferire maggiori indici di sopravvivenza alle cucciolate future: per questo motivo l'indagine sui cuccioli morti è consigliata, insieme con l'esame delle fattrici e della gestione dell'allevamento.
Esame dei cuccioli deceduti
Per questo esame il corpo va immediatamente levato da sotto la lampada riscaldante, refrigerato a +4 °C e fatto esaminare entro le 24/48 ore.
Per unn tempo prima della visita superiore a quello sopra indicato il corpo deve essere congelato, anche se questa pratica impedisce l'esame batteriologico e l'esame istologico.
La cura con la quale i corpi sono conservati e la tempestività nel portare uno di essi dal veterinario sono due fattori importanti per una diagnosi possibile/corretta.
Gestione dell'allevamento
L'esame per la gestione dell'allevamento comprende alcuni aspetti che possono aiutare a dignosticare la causa della mortalità neonatale, quali:
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idoneità dei ricoveri
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igiene
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disinfezione
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alimentazione
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promiscuità
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sovraffollamento
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introduzione di nuovi animali
Contro le infezioni neonatali sono molto efficaci trattamenti antibiotici mirati e l'igiene dei ricoveri.
Le femmina gravide devono essere trattate dai 3-5 giorni prima del parto: questo però non giustifica la mancata igieen dei ricoveri e sono da scoraggiare trattamenti profilattici antibiotici non opportuni per durata o per chemioterapico, che possano conferire una antibiotico resistenza ai germi patogeni nel tentativo di manlevarsi da una più impegnativa e faticosa disinfezione ambientale.
Esami sulle fattrici
Per quanto riguarda una fattrice non vaccinata per l'herpesvirus, la titolazione dei suoi anticorpi è molto spesso positiva, dimostrando così l'importanza dell'agente eziologico come responsabile del problema.
Un particolare che merita attenzione, però, è che un titolo elevato indica una infezione recente, oppure una riattivazione di un'infezione latente con possibile trasmissione della malatia ai cuccioli, mentre un titolo di 1:4 su animale non vaccinato può risultare protettivo per la prole.
Patologie mammarie e/o uterine possono essere la causa della mortalità neonatale.
Queste disfunzioni/malattie possono essere diagnosticate attraverso esami di laboratorio (ecografico, ematochimico, batteriologico del latte, batteriologico su tampone vaginale) e una visita del veterinario.
Conclusione
Sebbene il veterinario nella maggior parte dei casi non possa impedire la morte della cucciolata ammalata, se convocato può diagnosticare le cause della mortalità neonatale e impedire che ciò capiti di nuovo.